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Le Voci dei Poeti Parole Performance Suoni Università di Bologna-Edizioni Aspasia 2011 |
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Le voci dei poeti parole performance suoni atti dei tre seminari dedicati a La Voce Regina 2007-2010 a cura di Enzo Minarelli con una introduzione di Niva Lorenzini CD live Le voci dei poeti Biblioteca Sala Borsa Sala Scuderie 4 dicembre 2006 Sulle labbra o sotto la penna del poeta, la poesia non vuole tanto dire il mondo quanto dirsi, non riferire un’esperienza quanto costituirla, non indicare il suo oggetto quanto chiamare all’esistenza ciò che, prima di essere da lei chiamato, non esisteva. da Babele Paul Zumthor (1997) Presentazione L’installazione interattiva de La Voce Regina ha dato origine a tre seminari di studio e approfondimento di cui presentiamo i relativi atti nell’intento di soddisfare l’interesse dimostrato dagli addetti ai lavori, dagli studenti e dai lettori comuni. Gli incontri sono stati organizzati dal Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna e si sono svolti nella Biblioteca del Dipartimento stesso, nel 2007, 2008 e 2010, accompagnando la costante e crescente espansione dell’archivio. Chi si avvicina alle postazioni, e lo hanno fatto migliaia di utenti in questi anni, sa ora di poter contare su un supporto critico-didattico che gli permette di orientarsi nell’ascolto dei poemi sonori e nella visione dei poeti in lettura dei propri testi. Il nostro fruitore però, aprendo il file sonoro, intende soprattutto ascoltare il poema o vedere il poeta in performance, ecco perché gli eventi seminariali hanno cercato di mettere a fuoco le tematiche teoriche della voce applicata alla poesia sia sonora che lineare, convocando esperti e poeti a discutere insieme di questo rapporto simbiotico che sembra essere sempre più necessario, soprattutto oggi nell’epoca dell’espansione tecnologica. Il titolo del volume richiama l’attenzione verso questa forte valenza orale-vocale, ineludibile in poesia. I testi critici che il lettore troverà al suo interno, pur mantenendo la profondità filologica tipica del saggio, risentono anch’essi dell’influsso orale in quanto sono la corretta e fedele trascrizione degli interventi svolti dai convegnisti con la loro viva voce. Non a caso l’introduzione al libro è stata impostata sotto forma di intervista. Non può mancare in questa ennesima operazione editoriale dedicata a La Voce Regina, (1) un CD audio con la registrazione delle voci dei poeti. Il CD segue l’ordine cronologico dell’evento inaugurale, per concludersi con la lettura di Sanguineti, commovente, quasi presaga dell’imminente fine in quei tratti laddove la voce sembra incrinarsi. L’allegato audio, oltre la preziosissima testimonianza di Sanguineti, ha l’insolita caratteristica di presentare poemi eseguiti dal vivo, quindi la voce diretta del poeta che in quel momento esegue il suo poema, acquista un valore assoluto, incontestabile, unico. I primi 5 poemi, si riferiscono alla serata inaugurale nella sequenza presentata al numeroso pubblico di Sala Borsa, il poema di Costa ci permette di completare la sua casella d’ascolto nella postazione La Voce Regina dove, per ragioni di lunghezza, non era stato inserito. Giulia Niccolai era l’ospite d’onore della seconda tornata del 23 maggio 2008, è qui rappresentata da un suo poema sonoro dell’epoca; la presenza di Patrizia Vicinelli più volte evocata nel corso degli incontri, si quantifica con Senza titolo, lavoro rubricato in Baobab 11 del 1982 nello stile di Non sempre ricordano; inseriamo anche una sua rara esperienza di poesia fonetica che come lei stessa dice, proviene da I fondamenti dell’essere scritti tra il 1985 e 87 mentre la registrazione a Radio Città del Capo di Bologna è del 1988. La toccante lettura di Sanguineti di due traduzioni da Neruda, commissionategli dal Comune di Siena nel 2004 per commemorare il grande poeta cileno chiude il CD. Con la sua voce idealmente, formuliamo un sentito omaggio ad uno dei grandi protagonisti della poesia del Novecento. (1) La Voce regina, poesia sonora in pubblico, a cura di E. Minarelli, Lecce, Manni, 2006. [libro] La voce performante, vocoralità del Novecento, AIPI-3ViTre Archivio di Polipoesia, 2009. [CD] Enzo Minarelli, Polipoesia, entre as poéticas da voz no século XX, Londrina, Eduel, Brasile, 2010. [libro + CD] CONVEGNI NEL SEGNO E NEL SUONO DE LA VOCE REGINA 2007 La Voce Regina poesia sonora in pubblico Niva Lorenzini Enzo Minarelli Stefano Colangelo Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna, 27 aprile 2007. Visioni di poesia sonora a cura dell’Archivio 3ViTre di Polipoesia-AIPI 2008 La Voce Regina e i Fantasmi Emiliani Incontro performance sul tema dell’oralità in poesia Niva Lorenzini Enzo Minarelli Stefano Colangelo a cura dell’Archivio 3ViTre di Polipoesia-AIPI Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna, coordinano Niva Lorenzini e Enzo Minarelli, 23 maggio 2008. 2010 Convegno Novissimi e altro Documenti Rai dall'Archivio La Voce Regina, Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna, Archivio 3ViTre di Polipoesia-AIPI Dialogo aperto sulla poesia con Angelo Guglielmi, Niva Lorenzini, Enzo Minarelli e Edoardo Sanguineti, coordina Federica Rossi, 5 maggio 2010. Saluto di Gian Mario Anselmi Apro una giornata intensa di lavori sul tema dell’oralita a cura dell’Archivio 3ViTre di Polipoesia-AIPI, appunto un incontro-performance che è un ulteriore passo sviluppato sotto la sigla de La Voce Regina d’accordo con Enzo Minarelli, oltre un anno e mezzo fa, quando decidemmo di accogliere qui nella Biblioteca del Dipartimento di Italianistica e nella Biblioteca di Sala Borsa, il ricco archivio di performance e poesie orali che aveva negli anni raccolto Enzo Minarelli stesso, e che rappresenta un unicum nel suo genere. Voglio dire che qui si tratta non solo di poesie lette, ma di poesie che si trovano solo nella forma orale e che possono solo essere ascoltate, anche di importanti e noti autori del Novecento, questa è la peculiarità di questo archivio. Ciò non toglie che a fianco di questo evento, dopo che abbiamo attivato il progetto in collaborazione con Enzo Minarelli, dato di grande rilevanza per ricostruire la storia letteraria del nostro Novecento, facendo leva non solo sul libro o sulla parola scritta, si possa in prospettiva lavorare anche su altri terreni, ovvero l’oralità in tutte le sue molteplici forme, le recite, l’evento teatrale, l’elemento attoriale, visto che il nostro Dipartimento da sempre dimostra grande interesse vero l’archiviazione e la documentazione, sotto la direzione di Niva Lorenzini che da tempo lo coordina. Questa collaborazione tra Comune, nella fattispecie l’Assessorato alla Cultura, Dipartimento e Sala Borsa, estesa agli altri partner già citati, con l’essenziale sostegno finanziario della Fondazione Carisbo, sarà utile per definire in futuro quali altre mete raggiungere, soprattutto per dotare le nostre biblioteche di strumentazioni tecnologiche e multimediali sempre più aggiornate, per avvicinarsi a forme sempre di maggior peso culturale. Qui mi fermo, lascio la parola immediatamente ad Angelo Guglielmi, prima di cedere il microfono ai nostri relatori. Saluto di Angelo Guglielmi Sono anch’io l’uomo dei saluti, sempre più spesso mi capita di portare saluti all’apertura di convegni, seminari, talora anche lontani dalla mia esperienza, dalla mia competenza, questa volta sono un po’ meno infelice perché porto i saluti ad un convegno che non mi è lontano. Un convegno che ha vari punti di riflessione e di dibattito, uno riguarda l’archivio La Voce Regina, di cui ha appena parlato il direttore del Dipartimento, devo dire che fu un’idea inizialmente luminosa di Minarelli che disponeva di un certo numero di registrazioni di poesia sonora, mi pare un centinaio, e prima probabilmente ne ha parlato con il mio vicino di banco, poi con me, e naturalmente non abbiamo esitato a ritenere la cosa molto interessante, noi ce appropriammo per Sala Borsa, e in congiunzione col Dipartimento portammo avanti il discorso. Facemmo già una prima operazione aprendo un sito in una postazione dove inserimmo questi cento centoventi esempi di poesia sonora. Quel giorno inaugurammo la postazione in Sala Borsa, con una conferenza stampa e un incontro serale nella stessa Biblioteca, incontro che ebbe un grande successo, tanto che ancora oggi i partecipanti lo ricordano molto interessante, che incuriosiva, proprio per la sua novità, appunto la poesia sonora. Bene per la poesia sonora, ma già allora decidemmo che il sito poteva essere totalitario, nel senso che avrebbe dovuto ospitare per intero la poesia contemporanea oltre alla poesia sonora, anche la poesia visiva, e quella verbale, o meglio quella letta dagli stessi autori. Ci pareva fondamentale inserire questo terzo elemento della poesia letta dagli stessi autori perché sappiamo tutti che la poesia contemporanea si allontana dalla consequenzialità del discorso logico. Si affida a cesure, ad accentuazioni, a sonorità e nessuno, se non l’autore stesso, può leggerla nella misura giusta e corretta. La versione filologica è solo quella che ha letto l’autore, non esiste altro, poi è chiaro che questa poesia, come tutte le opere d’arte, può essere letta come uno vuole, perché ogni modo diverso di leggerla significa arricchirla di un nuovo significato, anche se questo è un altro punto; ma, filologicamente l’unica poesia credibile è quella letta dagli autori. Al di fuori non esiste altro, e quindi è un’operazione importantissima, quella del raccogliere materiale in un sito-postazione. Ci stiamo avvicinando a questo obiettivo con l’aiuto della Rai. Perché la Rai? Da molto tempo i poeti leggono, leggono quello che scrivono, leggono in proprio, qualcosa che non capitava, nessuno si era preso la briga di registrarli, c’erano solo le orecchie degli spettatori che potevano raccogliere la loro voce, e in Rai abbiamo testi anche degli anni Cinquanta, degli ultimi anni Quaranta, forse anche degli anni Trenta, adesso non ricordo, leggeva Ungaretti, leggeva Montale, dopo è diventata una consuetudine per tutta la poesia moderna. Adesso speriamo che presto ci possa essere questo ulteriore arricchimento, nei due siti-postazioni attualmente consultabili, in verità, il sito è unico, ma dislocato in una duplice installazione, una presente qui in Biblioteca del Dipartimento di Italianistica e l’altra in Sala Borsa. Può servire al dibattito di questo convegno, fare riferimento a certi scrittori del Gruppo 63, scrittori che io avvicinavo all’oralità, scrittori con i quali avevo consuetudine allora, ricordo per esempio Spatola, purtroppo non ho mai più preso in mano quei libri perché la mia casa è a Roma, non qui a Bologna, qui ho molti libri ma non quelli di quel tempo, però ho dei ricordi di quegli incontri, dei tanti incontri che facevamo, a Roma, a Reggio Emilia, a Palermo, un po’ dappertutto, a Fano, a La Spezia, ho una memoria fisica di quegli incontri, al di là delle serate e di cene consumate insieme, anche di chiacchiere che riguardavano non solo i temi dei nostri convegni. Ricordo la presenza di Spatola, quest’uomo dal volto tranquillo e aggressivo, sembrava un gattone dagli occhi piccoli, io mi ricordo che recensii Oblò, allora, e recensendo Oblò, la chiave della recensione era questa che vi dico ora, lui rimase lusingato e sdegnato, d’altra parte era il suo stile, accettare, accogliere e compiacersi, ma anche prendere le distanze. Mi ricordo appunto che leggendo Oblò, dicevo che c’era un centro calamitante che raccoglie materiali di ogni tipo, onesti e disonesti, intelligenti e stupidi, attuali e antichi, e ognuno di questi elementi, ha una velocità di corsa diversa, e quindi poi arrivavano, confluivano verso il centro in tempi diversi, e nel momento in cui s’incontravano, confliggevano, e poi si risolvevano, dicevo, in un disordine, in un meraviglioso disordine misurato. E questo lo aveva, in qualche modo, incuriosito; anche piaciuto, ma contemporaneamente dispiaciuto. L’altro invece, per noi era l’avvocato, il Costa, è quello che risolveva molti problemi, anche proprio qualche problema spicciolo del gruppo, allora lo amavamo e lo pensavamo come l’avvocato, lui era il nostro avvocato. Quindi io mi limito ai saluti, l’importante è che esistano tuttora questi nostri vecchi amici, e saluto coloro che adesso ne parleranno, e coloro che ne ascolteranno le parole. Grazie! Angelo Guglielmi Quando nei primi Anni Sessanta o ultimi Anni Cinquanta io ho avuto la possibilità di sentire Ungaretti che leggeva le sue poesie, pensavo che fosse un privilegio riservato soltanto a me, o ai pochi o ai molti ascoltatori che erano presenti in quella sala, e più o meno inconsapevolente o consapevolmente mi rammaricavo che quella fosse un'occasione non ripetibile, che quella magia, quella voce roca, profonda che raccontava le parole come se fossero appena nate, dovesse per sempre scomparire. Mi sbagliavo: così non è stato, grazie ad Internet abbiamo uno stupefacente mezzo che ancora continua a stupirci, e che consente ai poeti di continuare a parlare, di continuare a leggere le loro poesie, poesie moderne o contemporanee appartenenti agli ultimi cento, cento venti anni della nostra storia. La cosa è tanto più significativa proprio per la poesia moderna: il poeta moderno costruisce il suo verso liberamente, la lunghezza non risponde a metri, a criteri prefissati, gli accenti non ripetono cadenze fisse, la rima è una modalità quasi caduta in disuso, le parole nel verso s'inseguono non rispettando lo schema dello sviluppo logico, ma si assemblano liberamente a seconda delle decisioni del poeta stesso, la punteggiatura non esiste, le uniche pause visibili sono gli acapo, ma sono insufficienti. Sicché come fai ad acchiappare la musicalità che è poi tanta parte di una poesia? Io sono un lettore soprattutto di narrativa, verso la poesia incontro difficoltà, ho incontrato difficoltà, ma la mia difficoltà consiste nel riuscire a cogliere la struttura musicale, tranne che il poeta stesso non legga il suo testo, e in quel modo scopre la metrica che ha messo in campo, a questo punto mi permette di goderne. Quindi, oggi, per i poeti moderni, la lettura da parte del poeta è l'unica garanzia della versione autentica e definitiva di quella poesia. Allora l'idea di avere allestito un sito, una postazione che raccoglie una quantità di reperti poetici, arricchendola via via con quanto viene dal passato, e aggiornandola con le voci dei nuovi poeti, mi pare straordinaria, è una delle poche cose non tanto utili ma necessarie, per capire l'opera del poeta. Come il verso viene costruito liberamente, così esso ha infinite possibilità di lettura, non prefissate né codificate, letture aperte, quindi. Convinto di questo, quando Enzo Minarelli nel lontano 2005 venne da me, io allora ero Assessore alla Cultura del Comune di Bologna, e mi disse che aveva cento, centoventi pezzi di poesia sonora, (e certo per la poesia sonora è ancor più vero quello che ho detto prima, in quanto non esiste per la poesia sonora la trascrizione su carta, e quindi è ancora più assolutamente vero quello che dicevo poc'anzi,) e quando mi propose di allestire un archivio di quelle voci, non esitai: lui giustamente voleva riunire questo materiale e renderlo pubblico e consultabile in luoghi sicuri e frequentati, e noi dicemmo sì, individuandoli nella Biblioteca Sala Borsa e nella Biblioteca del Dipartimento di Italianistica qui all'Università di Bologna, inaugurando l'evento il 4 dicembre del 2006 con una serata favolosa di grande interesse che vide protagonisti Balestrini, Sanguineti, Lorenzini oltre allo stesso Minarelli, con un pubblico altrettanto numeroso come quello di oggi. Tutti capirono subito l’importanza sia dell’evento che dell’archivio, iniziammo come detto con la poesia sonora, che erano gli unici documenti audio che allora possedevamo, o meglio li aveva Minarelli, poi decidemmo con la direttrice di Italianistica, la Niva Lorenzini, che fosse assolutamente necessario allargare il sito anche alla poesia verbale se così si può chiamare, coinvolgendo anche la poesia visiva, in modo da allestire un centro ricco, unitario, completamento dedicato alla poesia moderna e contemporanea. Io poi, approfittando del mio passato Rai, sono riuscito ad entrare negli Archivi della nostra televisione e raccogliere tutto ciò che poteva servire al nostro caso, così abbiamo duplicato materiali vari, ricchi: forse si potrebbe fare un’ulteriore ricerca per individuare altri documenti, però mi pare che abbiamo preso tutto quanto ci interessava. Questa ricerca non deve fermarsi qui, deve assolutamente andare avanti, la passione non ci manca, perché non c’è solo la Rai, e tutto il materiale futuro dovrà essere aggiunto e messo in Rete al fine che il Paese intero, colto e incolto, possa mettersi in contatto con la produzione poetica. Oggi quindi è una giornata particolarmente importante, come diceva la Niva, c’è da esserne soddisfatti. CD allegato al volume Le voci dei poeti reading e performance dal vivo serata inaugurale La Voce Regina, poesia sonora in pubblico, Biblioteca Sala Borsa 4 dicembre 2006 1 Enzo Minarelli Regina, 2’50”, 1989. 2 Edoardo Sanguineti da L’ultima passeggiata (Myricae, Pascoli) la quinta poesia, 1’45’, 1982. 3 Edoardo Sanguineti Tre lettere da Alfabeto apocalittico, 1’50”, 1982. 4 Nanni Balestrini, Piccola lode al pubblico della poesia, 8’, 1980. 5 Enzo Minarelli, Poema, 3’05”, 1977-85. 6 Corrado Costa, Retro, 8’20”, gennaio 1991. 7 Patrizia Vicinelli, Senza titolo, 4’15”, 1982. 8 Patrizia Vicinelli, Poesia fonetica, 1’10”,1988. 9 Giulia Niccolai, Non ho niente da dire, 5’28”, 1982. 10 Edoardo Sanguineti legge due traduzioni da Neruda nella Biblioteca del Dipartimento di Italianistica, Università di Bologna, il 5 maggio del 2010, 4’. (durata totale 41 minuti) |
Antologia fotografica |
Installazione interattiva La Voce Regina, Biblioteca Sala Borsa. |
Installazione interattiva La Voce Regina, Biblioteca del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, Università di Bologna. |
Nanni Balestrini legge Piccola lode al pubblico della poesia (Sala Borsa, 2006) |
Edoardo Sanguineti e Niva Lorenzini tra il pubblico (Sala Borsa, 2006) |
Roberto Pasquali, co-curatore del progetto La Voce Regina (Sala Borsa, 2006) |
Enzo Minarelli esegue Poema (Sala Borsa, 2006) |