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Descrizione:
L'obiettivo consiste nel far rientrare dentro l'alveo della scrittura poetica l'arte, la scienza,
la letteratura, la storia, l'architettura, la musica, la medicina, l'economia, lo sport, la politica,
pertanto usare la poesia non come intreccio o specchio dell'anima, ma come cornice "in cui inserire
più serie ricerche".
Visivamente il testo si distende come un'onda; inizia come una lieve increspatura grafica, per prendere,
nel corso del suo sviluppo, sempre più consistenza, la struttura centrata delle poesie si allunga a
dismisura fino a divenire ondata o cavallone.
Argomento: Poesia
Collana: La scrittura e la storia
diretta da Romano Luperini
Piero Manni Editore, Lecce.
Anno 2007, 176 pagine - € 16,00 - ISBN: 978-88-8176-912-4
Enzo Minarelli, dopo la laurea in Psicolinguistica a Venezia, sin dagli anni Settanta lavora sulla parola
scritta che poi diviene orale, visiva e televisiva. È teorico della Polipoesia. Ha pubblicato libri di versi
lineari e di critica sull'oralità e vocalità applicate alla poesia.
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Presentazione critica di Raffaele Perrotta
alla Libreria Feltrinelli di Genova, il 14 marzo 2008.
Ringrazio i molti presenti e devo dire loro che, stiamo per incontrare un'opera che per molti
aspetti assume la dignità della maturazione del qui presente Enzo Minarelli.
È un'opera che segue la falsariga della poetica di Enzo stesso, la poetica della polipoesia,
ma qui è il segno, il linguaggio a dominare, è il segno il linguaggio della parola, ma non della parola
tradotta direttamente dall'ecclesiastico verbum e quindi dal greco ora eracliteo ora giovanneo
logos, ma il segno, il segno parola come il segno suono o il segno colore e poi la parola che
serpeggia e che funge da orizzonte, da habitat, da raccoglitore di questa opera, è la parola delle parole
nelle parole, la manifestazione della parola delle parole nelle parole è una manifestazione di
polilinguisticità nella polidisciplinarità, innervate lo ripeto per l'ultima volta, sul tronco della parola
delle parole nelle parole.
Lo stesso autore sulla quarta di copertina, peraltro è un riecheggiamento dalla sua vertenza iniziale, parla
della struttura centrata delle poesie, e cioè dei loci dell'opera, che si allunga a dismisura fino a
divenire ondata o cavallone.
Vi sono sempre dei netti stacchi, da riga sintagma a riga sintagma, eviterei di parlare di verso, riga sintagma
riga sintagma, stacchi, salti, il senso di ciascuna riga sintagma è quindi un senso autonomo, autosufficiente,
autoreferenziale, offendendo lo statuto semantico convenzionalistico, per cui ha da leggersi il microdiscorso
autonomo, autosufficiente, autoreferenziale, nel suo registro di significante, e quindi tautologicamente,
aiutandoci nell'esprimerci, è un significante che significa se stesso, e quindi una sfida, per il lettore, in
quanto indagatore, in quanto leggente.
Subito al primo impatto che io ebbi con questa opera, ricorsi a due figure, a mio avviso, fortunatamente non
solo a mio avviso, straordinarie, della poesia mondiale, Goethe la chiamava Welt Literatur, la poesia
mondiale, e queste due figure straordinarie sono quelle di Pound e di Eliot. Abbiamo dovuto attendere la venuta
da oltre oceano di Pound e Eliot, la loro venuta per sapere che qui avevamo un tesoro immenso, un tesoro in Italia,
quel tesoro prendeva il nome di Dante. Eliot e Pound poeti oltre che studiosi della poesia italiana, Pound ed Eliot
hanno strutturato e sottolineo il termine, hanno strutturato, la loro poesia, secondo la struttura, l'ordo
della comoedia dantesca, Pound ha un respiro infernale e un respiro paradisiaco, Eliot, con The Waste Land,
La terra desolata, è il suo inferno, Il Mercoledì delle Ceneri è il suo Purgatorio, e I 4 Quartetti
sono il suo Paradiso. Ma ancora, come primo impatto avuto con O' grande ventre dell'onda di Enzo Minarelli,
io sono riandato ad una canonica linea della poesia italiana, quella canonica quella ufficiale, quella linea dalla
quale non ci siamo allontanati se non con le dovute eccezioni, è quella linea che si diparte da Petrarca, passa per
Tasso, arriva a Leopardi, poi nel Novecento all'Ungaretti del Sentimento del Tempo, con il suo recupero
dell'endecasillabo, ma c'è l'altra linea quanto mai oscurata nella tradizione e nella storia della letteratura
italiana, che è la linea Dante, ecco perché prima ho detto che è doveroso riconoscere l'importanza di Pound e di
Eliot nel momento in cui hanno detto della importanza della poesia di Dante, de la comoedia. E, qui, terminando,
aggiungerei che l'ispirazione dantesca, così centrale sia in Pound che in Eliot, e anche nel grande poema di
William Carlos Williams, Paterson, e anche in un altro autore americano Le Roi Jones, e a questo punto è
ovvio che il cerchio si chiuda, e si chiude dicendo che questa opera è sul solco di quella linea, la linea Dante,
che finalmente la poesia italiana prende a ritracciare.
Ed è interessante, qui sarebbe anche una domanda da formulare a Enzo Minarelli, ovvero questa virgoletta che si
chiude a esponente di questo segno che è O, che potrebbe anche graficamente, indicarci o suggerirci la figura
magica, antiqua, come non mai del cerchio, questa virgoletta a esponente della O che si chiude, e chiedere visto
che lui lavora anche sulla vocalizzazione, come pronunziare questa O, ovvero come dirla dato l'apostrofo.
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